WH Laboratorio di Creatività

arredamento e dintorni

-I merletti trattati con acqua di riso si stirano più facilmente e dopo la stiratura sembrano inamidati. Basta spruzzarli leggermente prima di passare il ferro caldo con l'acqua di cottura di un riso all'inglese o comunque in bianco.

I capi di lana scoloriti riprenderanno vivezza e freschezza immergendoli in acqua distillata cui sia stato aggiunto un cucchiaio di aceto bianco oppure mettendoli a bagno in acqua fredda cui sia stato aggiunto bicarbonato.
Se la lana è ingiallita, è bene lasciarla in ammollo per ventiquattro ore in acqua e succo di limone (due limoni per ogni litro). Aggiungere in seguito un cucchiaio di acqua ossigenata a 24 volumi per ogni tre litri di acqua. Risciacquare infine abbondantemente.
Per recuperare un indumento di lana che si è infeltrito: immergerlo per 24 ore in acqua fredda cui sia stata aggiunta ammoniaca nella misura di un cucchiaio per ogni litro; immergerlo per circa due ore in acqua fredda con l'aggiunta di latte (un quarto di latte per ogni litro di acqua).
Se una maglietta bicolore, lavata evidentemente in acqua troppo calda reca sbavature dell'una e dell'altra tinta, va immersa in un catino con acqua fredda cui sia stata aggiunta una manciata di sale da cucina. Lasciarla per almeno quattro ore a mollo; poi risciacquare, stendere e le sbavature non ci saranno più.
Per ridare lucentezza al velluto cospargere di sale fino l'indumento o la tappezzeria e lasciare in posa per qualche minuto. Poi spazzolare a lungo e delicatamente fino a che la stoffa non tornerà come nuova. Se il velluto è un po' "ammaccato" bisogna armarsi di ferro da stiro a vapore e, stando a distanza di qualche centimetro dalla stoffa, dirigervi il vapore stesso. Lasciare asciugare.
Le lenzuola di cotone si sono ingiallite? Ecco un segreto per ridare loro il bianco originario: mettere in lavatrice, con il bucato e ovviamente i detersivi, un sacchetto di tela bianca contenente alcuni gusci d'uovo triturati.
Per mantenere e rinvigorire il bianco dei tessuti di cotone, lino e nylon, basta aggiungere nell'acqua dell'ammollo un cucchiaio di acqua ossigenata a 24 volumi per ogni litro. Una goccia di acqua ossigenata nell'acqua fredda del risciacquo e due cucchiai di latte ridanno candore a una camicetta di seta bianca, avvertenza lavarla a mano.
I capi di lino sarebbe bene mandarli in tintoria, ma se si vuole evitare una spesa non indifferente, si può provare in casa, osservando le opportune cautele e cioè lavandole in acqua fredda con detersivo molto delicato e stirarli al rovescio, quando sono ancora umidi, con ferro abbastanza caldo.
Per proteggere gli indumenti di lana dalle tarme, mettere nei cassetti pillole di canfora o di naftalina, sistemate anche in un vecchio calzino o in una garza. Si possono inoltre sistemare tra i vari capi bucce d'arancio essiccate. Per proteggere poi le coperte o i piumoni sono efficaci le figlie di alloro secche disposte tra le loro pieghe.
Per profumare l'interno degli armadi: chiudere in un tovagliolo di carta, dopo avervi praticato dei forellini, un'arancia o un limone sui quali siano stati conficcati chiodi di garofano; mettere nel tovagliolo di carta l'arancia o il limone precedentemente "infarinati" con un cucchiaio di polvere di giaggiolo e di cannella in parti uguali; sistemare nei cassetti e negli armadi sacchetti di lavanda che non soltanto è profumata, ma anche antitarmica.
Qualche segreto per le scarpe: quando sono nuove, sfregare la suola con una patata divisa a metà (questo per evitare di scivolare); se le scarpe si sono bagnate durante un temporale, per asciugarle vanno riempite con carta di giornale, accanto ad una fonte di calore, poi spazzolarle con vaselina pura e poi lucidarle; se sono di vernice e si sono fatte opache, usare un po' di burro o di margarina da strofinare sulla tomaia. Lasciare in posa per qualche secondo e passare un panno morbido; se macchiano calze e piedi, basta passarvi all'interno un po' di ovatta bagnata con alcool. Usare con parsimonia perchè si rischia di allargare le calzature; se vanno un po' strette si imbottiscono di carta di giornale bagnata e ben compressa. Si lasciano una giornata in questo modo e si calzano ancora umide.